trio
Quella troia della mia migliore amica

01.06.2025 |
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"Come avvertii quell’ondata caldissima e abbondante di sborra non riuscii più a trattenermi ed ebbi l’orgasmo più forte che abbia mai provato sin’ora..."
E’ successo tutto nel mese di maggio, il mese in cui compio gli anni. Da sempre condivido le mie esperienze con un ragazzo che chiameremo W. Un porco di larghe vedute sul sesso che da anni mi eccita da morire con il suo fare disarmante e passionale. La maggior parte delle mie fantasie erotiche sono state esaudite da lui, tranne due: il sesso anale ed un rapporto lesbo.
Era, appunto, maggio e decidemmo di passare insieme il giorno del mio 28esimo compleanno affittando una casetta di montagna immersa nel bosco.
Sentivo nell’aria che c’era una bella sorpresa per me da parte sua, ma mai avrei immaginato quale fosse.
Quando mi passò a prendere con l’auto per andare alla casa mi disse che quel giorno sarebbe stato solo per me e che avrebbe esaudito tutti i miei desideri… ma che prima mi avrebbe dovuto “riscaldare” ben bene.
Prima di partire mi abbracciò e con una mano cominciò ad accarezzarmi la figa sotto alla gonna che avevo indossato, dopodiché spostò il perizoma e cominciò a giocherellare con il mio culo, già caldissimo.
Eravamo nel giardinetto davanti casa e chiunque avrebbe potuto vederci ma non m’importava, in questo siamo sempre stati due schifosi che non hanno mai temuto il giudizio altrui.
Sentire il suo dito fare una leggera pressione sull’ano mi stava facendo eccitare da matti. Allargai le gambe e spinsi un po’ in fuori il sedere, vogliosa.
“Sei proprio una troia in calore” disse ridacchiando e facendo entrare la punta del dito medio dentro di me.
Urlai di piacere, un piacere diverso da quello che provavo quando mi scopava forte nella fica.
Gli chiesi se prima di partire gli andasse di scopare, ma rispose che al massimo mi avrebbe fatta godere un po’, perché come tutte le volte, prima di guadagnarmi il suo cazzo dentro, dovevo un po’ soffrire, ma di piacere.
Tolse il dito dall’ano e me lo fece leccare, cosa che feci con piacere, con una maestria da vera puttana.
Nel frattempo con l’altra mano mi stava accarezzando il clitoride attraverso il perizoma. Scese un po’ più in basso, fino all’apertura della fica.
“Sei già bagnatissima, non è possibile, non ti sai proprio comportare” mi disse spostando il perizoma e intingendo un dito dentro di me. Lo cominciò a muovere lentamente guardandomi in volto. Avevo cominciato ad ansimare di piacere, sentivo il clitoride scoppiare dalla voglia che avevo di scopare con lui per l’ennesima volta. Tolse il dito e me lo fece leccare; dopodiché salimmo in macchina e ci avviammo verso la casa. Stavamo viaggiando da una mezz’ora buona e si stava facendo buio. Mancavano ancora una decina di km alla casa, ma a W. aveva cominciato a scappargli la pipì fortissimo.
Accostammo in una piazzolina deserta lungo la strada che stava diventando sempre più buia. Scendemmo dall’auto, lui stava andando dietro ad un albero per liberarsi ma io lo trattenni per una mano.
“Piscia davanti a me” gli sussurrai in un orecchio e senza il minimo di pudore.
Lo guardai maliziosa, gli sbottonai i pantaloni, facendoli cadere in terra.
Mi accovacciai in terra appoggiandomi con una mano per tenere l’equilibrio sui tacchi mentre con l’altra mi allargavo le labbra della fica aspettando che lui si lasciasse andare. Lasciai andare un sospiro di sollievo appena lui finii di fare ciò che le avevo chiesto, estremamente goduriosa dello spettacolo che avevo appena vissuto.
C’era un masso poco più in là e mi ci sedetti. Allargai le gambe e accolsi con piacere la sua lingua calda e umida. Mi succhiò il clitoride per qualche secondo, poi scese verso la mia fessura e cominciò a penetrarmi con la lingua, fortunatamente da qualche mese prese la decisione di farsi crescere di più i capelli, così che io poté tirarlo da essi affondandolo tra le mie gonfie labbra e tenendo il ritmo tra il suo codino e il mio bacino…
Si staccò un attimo e mi penetrò col dito medio, da prima muovendolo lentamente, poi sempre più veloce. “Un altro… metticene un altro” gemevo mentre mi masturbavo il clitoride. W. sorrise e fece uscire il dito bagnato spostandolo verso il culo; lo fece entrare tutto facendomi sfuggire un gridolino di piacere. “Ti piace zoccola?” mi domandò muovendolo dentro e fuori molto lentamente. “Sii..” sussurrai molto eccitata.
Riaccostò la lingua alla mia fessura e leccò i miei umori che avevano inziato a colare.
“Per ora basta così” disse sfilando il dito e baciandomi il clitoride un’ultima volta “Il resto lo avrai appena arriveremo, se saprai stare buona per tutto il viaggio”.
Mi rivestii e partimmo. Guardandomi allo specchietto vidi che la mia faccia era rossissima… Non vedevo l’ora di arrivare.
Quando arrivammo notai che c’era un’altra macchina parcheggiata davanti alla casa. “E’ la tua amata amica” mi disse lui notando il mio sguardo sorpreso, ma io non capì subito.
Entrammo, ma nel piccolo salottino arredato non c’era nessuno.
“Sono in camera, zozzi!” chiamò una giovane voce dal fondo di un corridoio. Vi andammo e rimasi scioccata da ciò che vidi: distesa sul letto a gambe aperte vi era Alexia, decisamente la mia più cara amica, che effettivamente quel giorno, stranamente, non avevo ancora sentito, nemmeno per gli auguri, a cui tanto tenevo.
Indossava solo la biancheria intima rigorosamente in pizzo e, notai che, sulle mutandine bianche vi era una piccola chiazza bagnata.
“Avevo cominciato a masturbarmi nell’attesa” disse con voce suadente scendendo dal letto e venendo verso di noi.
Mi voltai verso lui chiedendo spiegazioni.
“C’è poco da dire troia, hai capito bene, lei è Alexia, il tuo regalo di compleanno per stasera” mi disse sorridendo, con lo sguardo compiaciuto.
Capii allora che aveva deciso di soddisfare la mia fantasia più perversa in cui scopavo avidamente con lei. “Lasciati andare come solo tu sai fare…” aggiunse abbracciandomi da dietro e appoggiando il rigonfiamento del suo cazzo che pulsava caldissimo sulle mie natiche.
Alexia si era avvicinata e senza dir nulla aveva fatto uscire il mio abbondante seno dalla maglietta con lo scollo profondo. Cominciò a succhiarmi i capezzoli mentre con una mano mi stava sbottonando la gonna, facendola cadere. W. mi sfilò violentemente le mutandine e, inginocchiato dietro di me, mi allargò le natiche e cominciò a leccarmi il culo. La cosa mi aveva eccitata ancora di più rispetto a prima, in quel momento ero veramente una zoccola pronta ad esplodere, poiché c’è da ammettere che riconoscerei i movimenti della sua lingua tra mille.
Lei aveva cominciato a stuzzicare il mio clitoride, cosa che ricambiaii goffamente ma, vedendola gemere sorpresa, anche con bravura. Mi allontanai da lui e feci sdraiare Alexia sul letto, sdraiandomi a mia volta sopra di lei. Cominciai a leccarle il collo finché non le misi la lingua in bocca. Ci baciammo con passione mentre continuammo a masturbarci a vicenda confessandoci le peggiori perversioni.
Infilai due dita nella sua fica calda, larga e bagnata e cominciai a muoverle velocemente, godendo nel sentirla gemere.
W. nel frattempo mi aveva fatto alzare il sedere, offrendoglielo. Mi penetrò con un dito mentre con l’altra mano aveva cominciato a masturbarsi.
In pochi minuti Alexia venne bagnandomi tutta la mano, la quale la leccai vogliosa.
Il nostro lui nel frattempo si era spostato e le aveva messo il pene ormai all’apice della sua durezza in bocca, lasciando che lei glielo leccasse. Io scesi più giù e leccai avida la fica di lei, sognavo di farlo da troppo tempo, non potevo perdere quell’occasione.
Il sapore dei suoi umori mi faceva impazzire, muovevo la lingua così velocemente che venne nuovamente con un grido di piacere. Mi spostai da lei e andai verso lui baciandolo e facendogli così provare il sapore della fica della ragazza che anche lui da molto tempo ormai desiderava fortemente assaggiare.
Alexia prese il cazzo di W. in mano e mi fece avvicinare alla sua faccia, cominciando a leccarmi con foga. Io ero aggrappata a lui e godevo come una vera troia, che era proprio ciò in cui m’identificavo in quel momento. Alexia mi teneva per i fianchi e mi faceva dondolare sulla sua faccia, ormai completamente bagnata dai miei umori. Nel frattempo stava menando il suo grosso e turgido cazzo pronta a ricevere quantità di sperma inesorabili sul suo volto, il quale appunto non tardò ad arrivare. Mi fece spostare ed accolse tutta quella sborra nella sua bocca ma non la ingoiò. Si alzò e cominciò a baciarmi, passandola nella mia bocca. In preda all’eccitazione continuammo a baciarci e a sporcarci la bocca di sborra finché W. mi fece piegare a pecora.
Alexia mi si sdraiò sotto e mi lecco il clitoride accompagnandolo con un ditalino da ricordare. Nel frattempo lui aveva ripreso a lubrificarmi il culo con un grande sputo e a penetrarlo con un dito. Io ero in preda al piacere, gridavo tutta la mia voglia senza controllarmi. Aggiunse un secondo dito e sentivo che presto sarei venuta. “Sto venendo, non fermarti ti prego!” gridai strusciando la fica ormai caldissima su Alexia ed esplosi in un orgasmo incredibile, schizzando tutti i miei umori su di lei la quale non si spostò di un millimetro. W. a quel punto allora appoggiò la punta del suo cazzo sul mio ano e spinse forte. Quello entrò subito e cominciò a scoparmi selvaggiamente. Ormai gridavo senza sosta come le cagne nei film porno che mi divertivo a guardare quando non c’era lui a soddisfarmi e che guardo tutt’ora, mentre mi masturbo. Affondai il viso sulla fregna di lei e cominciai a leccarla vogliosa, gemendo di piacere. Anche lei riprese a leccarmi e a penetrarmi con le dita. Non so quanto andammo avanti, forse pochi minuti, forse ore. W. improvvisamente aumentò il ritmo, facendomi perdere il controllo di tutto, persino delle pareti del mio culo ormai sfondato e sborrò finalmente dentro di me. Come avvertii quell’ondata caldissima e abbondante di sborra non riuscii più a trattenermi ed ebbi l’orgasmo più forte che abbia mai provato sin’ora. Ansimavamo tutti e tre insieme, ormai il gioco era finito ma decisi di concludere in bellezza: lui fece uscire il suo pene, ancora duro, dal mio culo e lo portò alla mia bocca. Mentre glielo succhiavo con tutta l’energia che ancora avevo mi accovacciai sul volto di Alexia e lasciai che lo sperma scivolasse fuori dal mio ano fin sulla sua bocca. Mi leccò ben bene, dopodiché si rivestì con molta fretta e ci disse che non c’era bisogno di pagare per la casa, che le bastava quella serata a pagare il tutto, e se ne andò senza darci troppa importanza ma visibilmente molto appagata e soddisfatta.
Io e W. passammo il resto della nottata a scopare, tanto da sentirmi la figa pulsare di dolore, finché non crollammo addormentati, esausti ma solo dopo esserci promessi di voler scrivere altri capitoli del genere della nostra avventura insieme.
Ci siamo incontrati molte altre volte per rivivere nottate ancora meglio di quella raccontata ma che però meritano un altro spazio per essere assaporate e godute a fondo!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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